LA COMPOSIZIONE E LE REGOLE DI ORGANIZZAZIONE DELLA CORTE SUPREMA DI GIUSTIZIA FEDERALE MESSICANA: YULHMA V. BALDERAS ORTIZ.
LA COMPOSIZIONE E LE REGOLE DI ORGANIZZAZIONE DELLA CORTE SUPREMA DI GIUSTIZIA FEDERALE MESSICANA
di Avv. Yulhma V. Balderas Ortiz
Dottore di ricerca in Diritto pubblico, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
La Corte Suprema è composta da undici[1] giudici costituzionali, a norma degli articoli 76, comma VIII, 89, comma XVIII, 94 della Costituzione Federale, e dell’articolo 2 della Legge Organica del Potere Giudiziario della Federazione. Per la nomina di giudice della Corte Suprema, il Presidente della Repubblica[2], ai sensi dell’articolo 96 della Costituzione sottopone al Senato una terna di tre nomi, quest’ultimo dopo aver sentito personalmente i candidati, designa il giudice costituzionale per il posto vacante.
La nomina è fatta con il voto dei due terzi dei membri del Senato presenti, entro il termine improrogabile di trenta giorni. Se il Senato, non lo fa entro questo termine, occupa l’incarico di giudice costituzionale la persona che, dalla menzionata terna, viene scelta dal Presidente della Repubblica. Nell’ipotesi in cui, la Camera dei Senatori respinga completamente la terna proposta, il Presidente della Repubblica ne sottoporrà una nuova e se anche questa seconda terna fosse respinta, occupa la carica la persona designata dal Presidente della Repubblica.
Riguardo all’accettazione dell’incarico di giudice costituzionale della Corte Suprema, l’articolo 97, della Costituzione stabilisce che il giudice costituzionale all’inizio dell’esercizio della carica presta giuramento davanti al Senato della Repubblica[3].
Per quanto concerne i requisiti di eleggibilità (o nominabilità), l’articolo 95 della Costituzione dispone che per essere nominato giudice costituzionale della Corte Suprema, è necessario essere cittadino messicano per nascita e godere del pieno esercizio dei propri diritti civili e politici; avere non meno di trentacinque anni[4] alla data della nomina; possedere alla data della nomina, il titolo professionale in giurisprudenza con almeno dieci anni di anzianità[5], rilasciato da autorità o istituzione legalmente riconosciuta e autorizzata; godere di buona reputazione e non essere stato condannato per un reato punito con pena detentiva superiore a un anno di reclusione; tuttavia, nel caso dei reati di furto, frode, falsificazione, abuso di fiducia o altri che ledano seriamente la buona reputazione nella pubblica opinione, si determina l’inabilitazione all’incarico qualunque sia stata la pena inflitta; avere risieduto nel paese durante i due anni[6] precedenti al giorno dell’elezione; non essere stato Segretario (Ministro) dello Stato Messicano, Procuratore Generale della Repubblica Messicana o di Giustizia del Distretto Federale (Città del Messico), Senatore o Deputato Federale, né Governatore di nessuno degli Stati della Federazione Messicana o Capo del Distretto Federale (Città del Messico), durante l’anno che precede al giorno della designazione[7].
Riguardo quest’ultimo punto, si segnala che la nomina dei giudici costituzionali deve essere fatta preferibilmente tra quei candidati che abbiano servito con efficienza, capacità e probità nell’amministrazione di giustizia, o che siano distinti per l’onorabilità, competenza nell’esercizio della attività giuridica. Con tali requisiti, si assicura un’alta competenza tecnica all’organo, visto che la scelta ricade sui membri delle giurisdizioni superiori ordinaria ed amministrative, professori ordinari di università in materie giuridiche e, avvocati dopo dieci anni di esercizio.
Come accade nel caso italiano, la maggior parte delle norme organizzative e di funzionamento dell’organo costituzionale messicano sono tese a garantire autonomia e indipendenza di giudizio ai singoli giudici ed alla Corte Suprema nel suo complesso.
Ciò vale non solo per il procedimento di nomina del loro Presidente e, segnatamente, per le regole dello scrutinio segreto e dei quorum funzionali, ma anche per la durata in carica, che è di quindici anni, ossia la durata più lunga fra quella degli organi costituzionali. I giudici costituzionali hanno un mandato relativamente lungo e possono essere licenziati solo secondo le prescrizioni del Titolo Quarto della Costituzione, e l’articolo 8 della Legge Organica del Potere Giudiziario della Federazione, e sempre che sopraggiunga incapacità fisica o mentale permanente[8]. In queste circostanze, nessuna persona che sia stato giudice costituzionale potrà essere designato per un nuovo mandato (divieto di prorogatio), a meno che abbia esercitato l’incarico in modo provvisorio o interino. La remunerazione che percepiscono i giudici costituzionale della Corte Suprema, non può essere diminuita durante l’incarico. I giudici costituzionali alla scadenza del loro mandato hanno diritto alla liquidazione di ritiro.
Per quanto concerne la disciplina delle incompatibilità, l’articolo 101 della Costituzione Federale prevede che i giudici della Corte Suprema non possono, assumere o conservare impieghi o incarichi della Federazione Messicana, degli Stati della Repubblica Messicana, del Distretto Federale (Città del Messico) o presso privati, fatte salve le cariche onorifiche in associazioni scientifiche, letterarie o di beneficenza. Inoltre, le persone che siano state giudice costituzionale della Corte Suprema, non potranno, durante i successivi due anni dalla data del loro ritiro, esercitare la professione di patrocinanti, avvocati o rappresentanti in qualsiasi processo dinanzi agli organi del Potere Giudiziario della Federazione Messicana.
Infatti, durante tale periodo le persone che siano stati giudici costituzionali, eccezione fatta di coloro che lo siano stati solo provvisoriamente o ad interim, non potranno occupare le cariche segnalate al comma VI, dell’articolo 95 della Costituzione Messicana. Queste cause di incompatibilità sono applicabili anche ai funzionari giudiziari in uso di licenza.
Nell’ipotesi di infrazione a tali disposizioni, essi saranno puniti con la perdita del rispettivo incarico del Potere Giudiziario della Federazione Messicana, così come delle prestazioni e benefici che successivamente corrispondano allo stesso, ferme restando le altre sanzioni previste dalle leggi.
Per quanto riguarda gli impedimenti imputabili ai giudici costituzionali della Corte Suprema, gli articoli 146 e 147 della Legge Organica del Potere Giudiziario della Federazione elencano diciotto ipotesi[9]. Essi sono impediti di conoscere sulle cause, ad esempio, quando questi hanno grado di parentela in linea retta e senza limite di grado, ed anche in quelle in linea collaterale in cui si ha consanguineità fino al quarto grado, ed in quelle in linea collaterale per affinità fino al secondo, con uno degli interessati ed i loro rappresentanti, patrocinanti od avvocati difensori.
Inoltre, tale divieto si estende nel caso di amicizia intima o antipatia manifesta con le persone di cui si è detto sopra, e nel caso vi sia interesse personale nella causa o nel caso di interesse di un loro coniuge o i loro parenti, nei gradi prima citati, e così via.
Con riferimento alla loro possibile responsabilità penale, gli articoli 108 al 114, della Federale e gli articoli 129 al 140, [10] della Legge Organica del Potere Giudiziario della Federazione, prescrivono un elenco delle cause di responsabilità dei giudici costituzionali della Corte Suprema.
Tale norme, inoltre, stabiliscono le ipotesi per cui loro possono essere privati delle cariche, i presupposti per cui si considera che essi violino i divieti previsti nell’articolo 101, della Costituzione Federale, il relativo procedimento per determinare le loro responsabilità, le autorità competenti per conoscere sulla loro responsabilità, le sanzioni applicabili alle loro mancanze, le regole attuabili per la perdita dei loro relativi privilegi e benefici, e infine, quanto stabilito dalla commissione per i reati contro l’amministrazione della giustizia.
I giudici della Corte Suprema possono essere rimossi dal loro incarico solo per gravi mancanze od omissioni nell’esercizio delle proprie funzioni. Tale responsabilità si stabilisce mediante un giudizio politico (impeachment), nell’ambito del quale la Camera dei deputati formula l’accusa e la Camera dei senatori funge da alta giuria e si pronuncia sulla sua destituzione ed inabilitazione allo svolgimento di altri incarichi pubblici. Il giudizio politico non ha luogo a causa della mera manifestazione del pensiero.
I giudici costituzionali godono di immunità penale, il c.d. fuero costitucional. Tale immunità non è vitalizia né permanente, potendo venir meno per due ragioni: 1) con la conclusione dell’incarico; 2) con la c.d. procedencia, svolta dalla Camera dei deputati, che deve stabilire se vi è luogo a procedere penalmente nei confronti del funzionario pubblico. In tal caso deve dichiarare a maggioranza assoluta dei membri presenti in seno alla sessione la messa in stato d’accusa dell’imputato; in tale ipotesi il soggetto rimane a disposizione delle autorità competenti.
Per quanto riguarda le assenze temporali o definitive, la cessazione, rimozione e decadenza della loro carica, l’articolo 98 della Costituzione Federale, stabilisce che quando la mancanza di un giudice costituzionale ecceda di un mese, il Presidente della Repubblica, sottopone la nomina di un giudice ad interim all’approvazione del Senato della Repubblica, nel rispetto dell’articolo 96, della Costituzione Federale. Nell’ipotesi di mancanza di un giudice costituzionale per decesso o per qualunque altra causa di cessazione definitiva delle funzioni, il Presidente della Repubblica, sottopone una nuova nomina all’approvazione del Senato della Repubblica ai sensi dell’articolo 96 della Costituzione.
Inoltre, le dimissioni dei giudici costituzionali della Corte Suprema sono ammesse solo per gravi cause e devono essere presentate al Presidente della Repubblica che, se le accetta, le trasmette al Senato della Repubblica per la sua approvazione. A norma degli articoli 98, della Costituzione Federale e degli articoli 13, 23 e 24 della Legge Organica del Potere Giudiziario della Federazione, le licenze in favore dei giudici costituzionali non superiori a un mese sono concesse dalla Corte Suprema; quelle che superano questo termine possono essere concesse dal Presidente della Repubblica con l’approvazione del Senato. Nessuna licenza può eccedere il limite di due anni[11].
Per quanto riguarda i diritti di pensione, al termine del periodo di quindici anni di esercizio delle proprie funzioni, i giudici costituzionali hanno diritto ad una pensione di carattere vitalizio. Tale diritto corrisponde al 100% durante i primi due anni e all’80% durante il resto del tempo, dello stipendio mensile che aspetta ai giudici in servizio attivo.
In caso di ritiro dalle funzioni prima del termine dei quindici anni hanno diritto alla medesima remunerazione in misura proporzionale al periodo in cui sono rimasti in servizio attivo. Se il giudice muore durante l’incarico o dopo averlo concluso il coniuge ed i figli minori o incapaci hanno diritto ad una pensione equivalente al 50% della remunerazione mensile che spettava al giudice. Perdono tale diritto il coniuge che contrae nuovo matrimonio o vive in concubinato ed i minori al raggiungimento della maggiore età (18 anni).
Alla Corte Suprema di giustizia federale, è stata assegnata una sede in Piazza Pino Suárez, n. 2, nel centro della Città del Messico, la sua costruzione ebbe iniziò il 23 febbraio del 1936.[12] Fu il Presidente della Repubblica, Generale Lázaro Cardenas, a posare la prima pietra del Palazzo, il quale fu costruito sui terreni della vecchia Piazza del “Volador”. La sede della Corte Suprema ha forma di rettangolo e la sua superficie totale è di mq 7.828,08. Per la costruzione dell’edificio fu bandito un concorso e il vincitore fu l’architetto Antonio Muñoz García, il costo totale della costruzione fu di pesos 5.500.000. Infine è da rilevare che la Corte Suprema usufruisce delle stesse immunità che proteggono gli edifici sede del Congresso dell’Unione.
NOTE:
[1]A partire dalla riforma costituzionale del 1994, la Corte Suprema è attualmente composta da 11 giudici costituzionale. È da ricordare che nel testo originario della vigente Carta costituzionale del 1917 si stabiliva precisamente la composizione della Corte di 11 membri. Il numero dei componenti fu tuttavia aumentato mediante le revisioni costituzionali all’articolo 94 della Costituzione Federale. Nel 1928 aumentò a 16, funzionando in tre sezioni (penale, amministrativa e civile). Nel 1934 aumentò a 21, a causa dell’incorporazione della quarta sezione (in materia di lavoro). Nel 1951 la composizione venne incrementata a 26 membri, in seguito alla creazione della sezione ausiliare (dovuta al numero di cause pendenti davanti alla Corte Suprema, che giunse a più di 30.000). Nel 1994 si ridusse a 11 alla luce delle nuove competenze della Corte Suprema quale tribunale costituzionale.
[2]Nella Carta costituzionale del 1917, prima delle riforme del 1994 si stabiliva che i membri della Corte Suprema fossero eletti dal Congresso dell’Unione, su proposta dei Legislativi locali, successivamente nel 1928 il sistema fu modificato e tale prerogativa venne accordata al Presidente della Repubblica, con approvazione del Senato. Su questo aspetto, la dottrina considera che il sistema di nomina avrebbe potuto essere migliorato, per cui furono proposte soluzioni alternative, ovvero la designazione effettuata dal Presidente sulla base di liste presentate, a turno, dagli ordini degli avvocati, dai membri della Magistratura e dalle Università della Repubblica, l’istituzione di una carriera giudiziaria con accesso tramite concorso, in seguito a un esame sostenuto di fronte a una giuria qualificata e, in seguito, a designazione da parte del Presidente della Repubblica. Perciò l’istituzione di un sistema giudiziario indipendente, sottraendosi completamente la nomina dei giudici della Corte al Capo dello Stato.
[3]Il riferito giuramento costituzionale si effettua della seguente forma: “Presidente: ¿Protestáis desempeñar leal y patrióticamente el cargo de ministro (giudice costituzionale) de la Suprema Corte de Justicia de la Nación Mexicana que se os ha conferido y guardar y hacer guardar la Constitución Política de los Estados Unidos Mexicanos y las leyes que de ella emanen, mirando en todo por el bien y prosperidad de la Unión?” Ministro (giudice costituzionale): “Sí protesto” Presidente: “Si no lo hiciereis así, la Nación os lo demande”. (Presidente. “Giurate di svolgere lealmente e patriotticamente l’incarico di Giudice costituzionale della Corte Suprema di giustizia federale che vi è stato conferito e osservare e far osservare la Costituzione Politica degli Stati Uniti Messicani e le leggi che da essa emanano, mirando sempre al bene e alla prosperità dell’Unione?” Giudice costituzionale: “Sì, lo giuro.”, Presidente: “Se non lo farete, la Nazione ve ne chiederà conto.”
[4]Con le riforme del 1994, è stato abolito il limite di età, ovvero quello di avere almeno 65 anni compiuti, richiesti il giorno della nomina.
[5]Con le riforme del 1994, è stato aumentato da 5 a 10 anni il lasso temporale in cui occorre avere conseguito una laurea in giurisprudenza. È da notare che la Carta costituzionale del 1857 non richiedeva tale requisito, infatti si era legittimati a ricoprire la carica per il solo fatto di avere conseguito una laurea in giurisprudenza, indipendentemente dal tempo decorso.
[6]Con le riforme del 1994, è stato diminuito da 5 a 2 anni il periodo di residenza nel Paese prima della designazione, sopprimendo qualsiasi eccezione al rispetto.
[7]Con le riforme del 1994, è stato aggiunto questo comma. Per la dottrina, con tale riforma la Corte Suprema è molto lontana delle nomine di natura politica. Ed ancora con tale riforma sono stati compresi tra i funzionari pubblici ineleggibili a Senatore o Deputato, i giudici costituzionali, se non abbandonano definitivamente le proprie funzioni prima delle elezioni, Invero, per i magistrati costituzionali, occorre che l’abbandono sia intervenuto 2 anni prima. Infine, è vietato ai magistrati costituzionali, fatta eccezione a quelli nominati ad interim o a tempo definitivo, poter essere nominati Ministro, Capo di un servizio amministrativo, Procuratore generale della Repubblica o del Distretto Federale, Senatore, Deputato, Governatore di qualsiasi Stato federato o Capo del Distretto Federale, nell’ipotesi in cui non siano trascorsi almeno 2 anni dal giorno in cui questi hanno terminato il proprio mandato di membro della Corte Suprema.
[8]La Carta costituzionale del 1917, consacrò il principio dell’inamovilità, poi nel 1934 fu abolito e al suo posto si stabilì che la durata dell’incarico fosse di sei anni, che coincidevano con il mandato presidenziale, con la conseguenza di consentire al Presidente della Repubblica di nominare tutti i membri della Corte Suprema, minando in tal modo l’indipendenza del Potere giudiziario. Successivamente nel 1944, il principio dell’inamovilità è stato riaffermato. Invero, contro l’inamovibilità dei giudici costituzionali sono state indirizzate molte critiche, soprattutto in considerazione del rischio che potrebbe comportare nominare per tutta la vita un funzionario inidoneo o corrotto; a questo si è obiettato che l’unica soluzione è quella di prestare grande attenzione al momento di procedere alla nomina. In passato, i giudici costituzionali erano costretti ad andare in pensione obbligatoriamente al compimenti dei 70 anni di età, indipendentemente dall’età in cui fossero stati nominati, in seguito alla riforma del 1994, dell’articolo 94 della Costituzione Federale i giudici rimangano in carica per 15 anni, il che appare un lasso di tempo adeguato poiché, per adempire alle proprie responsabilità, hanno bisogno di stabilità, tale da consentire loro di esercitare le proprie funzioni con l’indipendenza più rigorosa. Così, J. CARPIZO, El derecho a la justicia, Los derechos sociales del pueblo mexicano, Porrúa, Messico, 1979 p. 270.
[9]La Legge Organica del Potere Giudiziario della Federazione dispone nell’articolo 146, che i Giudici della Corte Suprema, i Magistrati Circoscrizionali, i Giudici Distrettuali, i membri del Consiglio della Giudicatura Federale, e le Giurie hanno il divieto per conoscere delle cause in esame nelle ipotesi seguenti: I. Avere grado di parentela in linea retta e senza limite di grado, od anche in quella collaterale per consanguineità fino al quarto grado, ed ancora in quella collaterale per affinità fino al secondo. Stessa divieto è applicabile quando esiste vincolo con alcuna delle parti in causa, i loro rappresentanti, i patroni od avvocati difensori; II. Avere amicizia intima o inimicizia manifesta con alcuna delle persone sopra citate; III. Avere interesse personale nella causa, o che lo abbia il suo coniuge od i suoi parenti nei gradi di parentela sopra citati; IV. Quando sia stata presentata querela o denuncia da parte dal pubblico servitore, il suo coniuge od i suoi parenti, nei gradi di parentela sopra citati contro alcuna delle parti in causa; V. Quando il pubblico servitore, il suo coniuge od i suoi parenti, nei gradi di parentela sopra citati abbiano impartito giustizia in alcun giudizio contro alcuna delle parte in causa, o quando non sia ancora trascorso più di un anno dalla data della terminazione del giudizio; VI. Quando sia stato processato il pubblico servitore, il suo coniuge od i suoi parenti, nei gradi di parentela sopra citati, in virtù di querela o denuncia presentata davanti alle autorità giudiziaria per alcuna delle parte in causa, i loro rappresentanti, i patroni od avvocati difensori; VII. Quando il pubblico servitore, abbia in corso di processo una causa che avesse promosso come particolare, simile a quella che le è sottoposto per la sua conoscenza, od anche nell’ipotesi in cui lo abbia sollevato il suo coniuge od i suoi parenti, nei gradi di parentela sopra citati; VIII. Avere interesse personale in una causa in cui alcuna delle parti sia il giudice od arbitro; IX. Assistere, durante la trattazione del caso, a pranzi o riunioni che le dessi o pagasi alcuna delle parti in causa. Ed ancora, quando nell’ipotesi di avere molta familiarità o convivere con alcuna delle parti; X. Accettare regali o servizi di alcuna delle parti in causa; XI. Quando il pubblico servitore, abbia fatto promesse che implichino parzialità in favore o in pregiudizio di alcuna delle parti in causa, o dei loro rappresentanti, i loro rappresentanti, i patroni od avvocati difensori. Ed ancora. Nell’ipotesi in cui il pubblico servitore, abbia fatto ogni tipo minaccia ad alcuna delle parti in causa; XII. Quando il pubblico servitore, abbia sia accredore, debitore, socio, arrendatore od arrendatario, dipendente o principale di alcuna delle parti in causa; XIII. Quando il pubblico servitore, sia stato tutore o curatore di alcuna delle parti in causa o amministratore dei loro beni ad ogni titolo; XIV. Quando il pubblico servitore, sia erede, legatario, donatario o fiador di alcuna delle parti in causa, o nell’ipotesi in cui il pubblico servitore abbia accettato l’eredità o la donazione o abbia fatto alcuna manifestazione in questo senso; XV. Quando il pubblico servitore, sia coniuge o figlio, accredore, debitore o fiador di alcuna delle parte in causa; XVI. Quando il pubblico servitore, sia stato giudice o magistrato nella stessa causa in altro grado del processo. Questa ipotesi non opera quando i magistrati dei tribunali unitari hanno conosciuto del ricorso di appello contro le sentenze dell’ordine penale al momento di risolvere ricorsi di appello nello stesso caso, o contro gli atti a cui fanno riferimento i commi II al IX dell’articolo 367, del Codice di Procedura Penale; XVII. Quando il pubblico servitore, sia stato Pubblico Ministero, Giuria, perito, testimone, apoderado, patrono o avvocato difensore nella causa in esame, od avere gestito o raccomandato precedentemente la causa in esame in favore od contra alcuna delle parti. Infine, è da rilevare che trattandosi dei giudizi di amparo, si osserva lo stabilito nella Legge di Amparo; XVIII. Qualsiasi altra ipotesi simile alle sopra citate. Dall’altra parte, è da rilevare che l’articolo 147, della Legge Organica del Potere Giudiziario della Federazione dispone che nelle cause relative l’ordine penale se considera come parte in causa l’incolpato od ogni persona che abbia diritto alla riparazione del danno od alla responsabilità civile.
[10]Gli articoli 129 al 140 della Legge Organica del Potere Giudiziario della Federazione Messicana dispongono che i Giudici costituzionali della Corte Suprema, ed i membri del Consiglio della Giudicatura Federale solo possono essere privati delle loro cariche nella forma e nei termini che determina il Titolo Quarto della Costituzione Federale. Tale responsabilità è procedente quando i propri pubblici servitori violino le proibizioni previste nell’articolo 101 della Costituzione Federale, in tale ipotesi di infrazione si imporrà oltre alle sanzioni previste in legge, la perdita delle prestazioni e dei benefici che a loro corrispondano. I Giudici costituzionali della Corte Suprema, i Magistrati Circoscrizionali ed i Giudici Distrettuali, si presumono responsabili quando al stabilire o determinare l’interpretazione delle norme costituzionali nelle loro pronunce, si comprovi che ci sia stata corruzione o malafede. Le ipotesi di responsabilità dei pubblici servitori del Potere Giudiziario della Federazione sono: I. Realizzare condotte che attentino contro l’indipendenza della funzione giudiziaria, tali come accettare od esercitare consegne, pressioni, incarichi o commissioni, o qualsiasi azione che generi od implichi subordinazione riguardo ad alcuna persona dello stesso o potere o di un’altro; II. Immischiarsi indebitamente in questioni dell’ordine giudiziario che siano competenza di altri organi del Potere Giudiziario della Federazione; III. Avere una notevole inettitudine o negligenza nello svolgimento delle loro funzioni o delle mansioni che devono realizzare; IV. Impedire nei procedimenti giudiziari che le parti in causa esercitino i diritti che per legge a loro corrispondono nei rispettivi processi; V. Conoscere di alcuna causa o partecipare in ogni attuazioni in cui siano legalmente impediti; VI. Realizzare nomine, promozioni o ratifiche violando le rispettive disposizioni generali; VII. Non informare al Consiglio della Giudicatura Federale, di ogni atto tendente a vulnerare l’indipendenza della funzione giudiziaria; VIII. Non preservare la dignità, imparzialità, e professionalità della funzione giudiziaria al momento di svolgere le loro mansioni; IX. Pronunciarsi pubblicamente in forma tale che implichi pregiudicare su una causa di loro competenza; X. Abbandonare la residenza del Tribunale Circoscrizionale o Tribunale Distrettuale al quale loro sono scritti, o smettere di svolgere le funzioni che hanno al loro carico; XI. Tutte le altre ipotesi previste nell’articolo 47 della Legge Federale di Responsabilità dei Servitori Pubblici, ma sempre che non siano contrarie alla natura della funzione giurisdizionale; XII. Tutte le altre che determinano le leggi. Per quanto riguarda, la procedura al fine di determinare la responsabilità dei servitori pubblici del Potere Giudiziario della Federazione questa se inizia di ufficio tramite una denuncia presentata da qualsiasi persona, o da un pubblico servitore che abbia conoscenza dei fatti, o anche dal Pubblico Ministero Federale. È da rilevare che nell’ipotesi di denunce anonime queste solo saranno attuate quando siano accompagnate di evidenti prove documentali. Le denunce che siano formulate devono essere sostenute con prove documentali ed elementi probatori sufficienti al fine di determinare l’esistenza dell’infrazione e la responsabilità del pubblico servitore denunciato. Le autorità competenti per conoscere sulle responsabilità dei pubblici servitori del Potere Giudiziario della Federazione, così come per applicare le sanzioni a cui fa riferimento l’articolo 135, della Legge Organica del Potere Giudiziario della Federazione Messicana sono: I. La Corte Suprema funzionando in Plenum, nell’ipotesi relative alle mancanze commesse dai Giudici costituzionali e dalle gravi mancanze realizzate dai Pubblici servitori; II. Il Presidente della Corte Suprema, nelle ipotesi relative ai dipendenti di tale organo nei limiti del comma precedente; III. Il Plenum del Consiglio della Giudicatura Federale, , nell’ipotesi relative alle gravi mancanze dei Magistrati Circoscrizionali e dei Giudici Distrettuali, quando le sanzioni applicabili siano quella della destituzione o dell’inabilitazione temporale per svolgere impieghi, cariche o commissioni nel pubblico servizio; IV. L’organo Collegiale che sia determinato dal Consiglio della Giudicatura Federale, nelle ipotesi non stabilite nel comma precedente. Ma sempre che di uno simile atto sia derivata la responsabilità per una grave mancanza commessa da un Magistrato Circoscrizionale o Giudice Distrettuale, od altri pubblici servitori del Potere Giudiziario della Federazione, e nei limiti del citato comma III. Il Consiglio della Giudicatura Federale può segnalare, tramite ordinanze generali, i casi in cui l’organo di controllo del Potere Giudiziario della Federazione sia competente per conoscere dei giudizi di responsabilità stabiliti nel citato comma IV. Il procedimento relativo per la determinazione delle responsabilità si eseguire della seguente forma: Si invia una copia della denuncia e dei loro allegati al Pubblico servitore affinché, in un termine di cinque giorni, formuli una relazione sui fatti e presenti le rispettive prove. La relazione si deve riferire ad ogni uno dei fatti compresi nella denuncia, affermandoli o negandoli, o manifestando che li ignora per non essere attuazioni proprie, o nel caso segnalando come sono stati realizzati. Si presumono come certi i fatti della relativa denuncia nell’ipotesi in cui il denunciato non riferisce esplicitamente argomento o questione alcuna, e senza ammettere prova in contrario. La certezza dei fatti non comporta l’accettazione del diritto del denunciante. Ricevuto l’informe e valutate le prove (nel caso si fossero), si risolve entro i trenta giorni riguardo all’esistenza di responsabilità e nel caso, imponendo al responsabile le relative sanzioni amministrative, in seguito si notifica la pronuncia all’interessato entro le sessanta e due ore, ma sempre che si tratti delle ipotesi di responsabilità elencate nei commi II e IV dell’articolo 133, della Legge Organica del Potere Giudiziario della Federazione. Quando si tratte delle ipotesi elencate nei commi I e III dell’articolo 133, della Legge Organica del Potere Giudiziario della Federazione, il Presidente della Corte Suprema, o nel suo caso l’organo che determini il Consiglio della Giudicatura Federale, si invia la causa al Plenum della Corte Suprema od a quello del Consiglio della Giudicatura Federale, affinché li sia dada la garanzia di udienza al presunto responsabile, facendole sapere la responsabilità o le responsabilità che le sono imputate. Ed ancora per comunicarli, il luogo, il giorno e l’ora in cui avrà luogo l’udienza, e per rinnovarli il suo diritto per offrire le prove necessarie e manifestare quello che sia conveniente per i suoi interessi, sia per se o tramite il suo avvocato difensore. È da rilevare che tra la data di citazione e la rispettiva udienza deve mediare un lasso di tempo non minore di quindici giorni. Nel caso in cui del relativo rapporto o dell’esito dell’udienza non si incontrino elementi sufficienti al fine di emettere sentenza, o se avvertano altri chi implicano una nuova responsabilità amministrativa a carico del presunto responsabile o di altre persone, se potrà ordinare la pratica di un’indagine e di accordare la celebrazione di altre udienze. È da sottolineare che in ogni momento del giudizio, prima o dopo del ricevimento de la relazione o della celebrazione dell’udienza, la Corte Suprema, il Consiglio della Giudicatura Federale, il Presidente della Corte Suprema, o l’organo che così lo determini il Consiglio della Giudicatura Federale, possono decretare la sospensione temporale delle loro cariche, impieghi o commissioni dei presunti responsabili, ma sempre che al loro giudizio così convenga al percorso della indagine. La sospensione temporale non pregiudica sulla responsabilità che si imputa al Pubblico funzionario, situazione che espressamente è manifestata nei dispositivi che decretano la sospensione. Nel caso in cui, il Pubblico funzionario che sia stato temporalmente sospeso dell’esito del giudizio non risulti responsabile della mancanza che le sia stata imputata, sarà restituito nel godimento dei loro diritti e le saranno coperte tutte le prestazioni che doveva ricevere durante il periodo in cui è stato sospeso. Ed ancora, quando la mancanza causa della denuncia fosse lieve, il Presidente della Corte Suprema o l’organo che così determini il Consiglio della Giudicatura Federale imporrà la sanzione che corrisponda e decreterà le rispettive misure per la sua correzione o rimedio immediato. Ma se la mancanza fosse grave, invierà il caso al Plenum della Corte Suprema od a quello del Consiglio della Giudicatura Federale, al fine di procedere nei limiti della loro competenza. Le sanzioni applicabili nei casi di responsabilità sono disposte nell’articolo 47 della Legge Federale di Responsabilità dei Pubblici Servitori e sono: I. Scorgimento privato o pubblico; II. Ammonimento privato o pubblico; III. Sanzione economica; IV. Sospensione; V. Destituzione della carica; VI. Inabilità temporale, per svolgere impieghi cariche o commissioni nel pubblico servizio. Le ipotesi di responsabilità sono sanzionate, nei limiti dei criteri stabiliti negli ultimi tre paragrafi dell’articolo 53 e gli articoli 54 e 55 della Legge Federale di Responsabilità dei Servitori Pubblici. In ogni caso, si considerano responsabilità di natura grave, l’inadempimento delle obbligazioni segnalate nei commi XI al XIII, XV al XVII dell’articolo 47 della Legge Federale di Responsabilità dei Pubblici Servitori nei commi I al VI dell’articolo 131 della Legge Organica del Potere Giudiziario della Federazione, ed anche quelle elencate nell’articolo 101 della Costituzione Federale. È da rilevare che quando esista responsabilità da parte dei Giudici costituzionali, la destituzione solo procede nelle ipotesi a cui fanno riferimento l’articolo 101 el Titolo IV, della Costituzione Federale, così come i commi XI, XIII, XV al XVII dell’articolo 47 della Legge Federale di Responsabilità dei Pubblici Servitori. Tale destituzione procede: I. Quando incorrano in causa di responsabilità grave nello svolgimento delle loro cariche; II. Quando siano recidivi in una causa di responsabilità derivata della mancanza di cura nelle osservazioni od ammonizione relative alla morale e alla disciplina che devono osservare nei termini di legge. Ed ancora, indipendentemente di che, della denuncia derive responsabilità, il Presidente della Corte Suprema, o il Consiglio della Giudicatura Federale, decreterà le misure opportune per la sua correzione o rimedio immediato, poi se della propria denuncia si osserva la realizzazione di una condotta che potesse derivare in una responsabilità si informa il Plenum della Corte Suprema o dell’organo che corrisponda affinché si proceda in termini di legge. Se il Plenum della Corte Suprema, il Consiglio della Giudicatura Federale, o il Presidente valutano che la denuncia non è fondata se imporra al denunciante od al suo rappresentante od avvocato, od a entrambi, una multa di 10 a 120 giorni di stipendio minimo generale vigente nel Distretto Federale (Città del Messico). Le pronunce in cui il Plenum del Consiglio della Giudicatura Federale imponga sanzioni amministrative relative alla destituzione della carica di un Magistrato Circoscrizionale e Giudice Distrettuale, possono essere impugnate dal Pubblico servitore davanti al Plenum della Corte Suprema tramite un ricorso di revisione amministrativo.
[11]Le regole disposte negli articoli 13, 23 e 24 della Legge Organica del Potere Giudiziario della Federazione Messicana dispongono che quando si tratta delle assenze del Presidente della Corte Suprema che non richiedano autorizzazione, il medesimo è sostituito dai Giudici costituzionali rispettando l’ordine della loro nomina. Nell’ipotesi in cui la riferita assenza fosse inferiore a sei mesi, e questa richiede di autorizzazione, i Giudici costituzionali nominano ad un Presidente interino affinché lo stesso proceda alla supplenza. Ma, se l’assenza fosse superiore a tale termine, si nomina ad un nuovo Presidente affinché assuma l’incarico fino alla fine del periodo, in quest’ultimo caso si eleggerà a chi ha svolto l’incarico di presidente interino. È da rilevare che ogni due anni, i membri delle Sezioni della Corte Suprema, eleggono il loro Presidente, il quale non può essere rinominato per il periodo immediato successivo. Infine, è preciso citare che i Presidenti delle Sezioni della Corte Suprema sono sostituiti nelle loro assenze dagli altri Giudici costituzionali, rispettando l’ordine della loro nomina, ma sempre che queste siano inferiori a trenta giorni. Nei casi di assenze superiori al termine indicato, la relativa Sezione della Corte Suprema nomina ad un Giudice costituzionale come il suo nuovo Presidente.
[12]Cfr. L. GONZÁLEZ OBREGÓN, Las Calles de México, Miguel Ángel Porrúa, Collezione Sepan Cuantos, Prima Edizione, Messico, pp. 76 ss.